Dove buttare assorbenti, tamponi, salvaslip e coppette mestruali? Guida per riciclare i prodotti del ciclo e mestruare in modo sostenibile

Nel 2016 The Guardian raccontava che la metà delle donne inglesi buttava i tamponi nel water: questa abitudine scorretta non solo causa danni e blocchi alle tubature ma ha anche un grandissimo impatto ambientale, poiché gli assorbenti che raggiungono gli scarichi vanno poi a finire nel mare (e sulle spiagge).

Molte donne pensano di poter buttare gli assorbenti nel water poiché questi sono realizzati in cotone; tuttavia, come vedremo nel dettaglio più avanti, nella composizione degli assorbenti tradizionali c’è molto di più e – anche per questo – non possono essere buttati nel water.

Dove bisogna gettarli quindi? E come comportarsi quando arriva il momento di disfarsi degli altri prodotti mestruali (coppetta, assorbenti in cotone, etc.)?

In questa breve guida al riciclo dei prodotti mestruali vedremo come smaltire correttamente ciò che utilizziamo quando abbiamo le mestruazioni, facendoci anche un’idea dell’impatto ambientale che ogni soluzione ha sul nostro pianeta!

Assorbenti interni, esterni e salvaslip

Di cosa sono fatti gli assorbenti tradizionali (interni ed esterni) e i salvaslip?

Di solito la loro composizione è la seguente:

  • cotone (non ecologico)
  • rayon (fibra tessile semi artificiale che si ottiene dalla cellulosa)
  • polipropilene (polimero termoplastico)
  • poliestere (polimero sintetico derivato dal petrolio)
  • polimeri in polvere
  • colla

Nella loro composizione è quindi presente la plastica (polipropilene, poliestere, polimeri in polvere): questo, oltre alla colla, li rende totalmente inadatti per essere buttati nel water; non solo possono intasare le tubature e non si dissolvono con l’acqua ma sono anche in grado di inquinare l’ambiente per centinaia di anni.

La domanda sorge spontanea: siccome sono composti anche da plastica, possono essere buttati insieme alla plastica nella raccolta differenziata?

La risposta è no: contengono plastica ma non sono composti interamente da plastica, oltre al fatto che è poi impossibile separare il sangue assorbito dall’assorbente (e nella raccolta differenziata la plastica che buttiamo dovrebbe essere pulita; ad andare nella plastica sono però gli imballaggi degli assorbenti e gli applicatori).

Dove si buttano quindi assorbenti esterni e interni (tradizionali) e salvaslip? Si buttano nella frazione secca, quella che non può essere riciclata e che finisce quindi nelle discariche.

Considerando che una donna nell’arco della sua via fertile usa oltre 9.000 assorbenti, è facile immaginare la mole di rifiuti che l’uso di soluzioni mestruali usa e getta è in grado di generare.

Tamponi, assorbenti e salvaslip di cotone organico

In commercio esistono anche soluzioni totalmente di cotone organico e quindi biodegradabili: questo vuol dire che possono essere buttare nella frazione umida? Non sempre.

Bisogna prima di tutto fare un importante distinguo fra biodegradabili e compostabili: cosa significano questi termini?

Biodegradabile: il materiale si scompone in composti chimici semplici grazie ad agenti come luce, acqua, batteri,umidità, etc.; la maggior parte dei materiali può biodegradarsi, ma è importante sapere quanto ci mette (un frutto ci mette poche settimane, una lattina di alluminio fino a 100 anni).

Un prodotto per essere definito biodegradabile deve decomporsi al 90% in sei mesi o meno.

Compostabile: i prodotti compostabili sono quelli che possono venire utilizzati come fertilizzante dopo un processo di compostaggio; per avere questa caratteristica un prodotto deve degradarsi al 100% entro tre mesi.

Quindi se tutti i materiali compostabili sono anche biodegradabili non è vero che tutti i materiali biodegradabili sono sempre compostabili.

Per sapere se un prodotto per l’igiene mestruale di cotone organico può essere butatto nell’umido ci dev’essere l’indicazione “compostabile” sulla confezione; se questa indicazione è presente dovrebbe essere possibile smaltire gli assorbenti nell’umido ma è sempre meglio chiamare l’Ufficio Ecologia del proprio comune di residenza per accertarsene.

Importante: anche se dovessero essere compostabili gli assorbenti e i salvaslip non vanno mai buttati nel water.

Se, invece, questi prodotti dovessero essere di cotone ecologico biodegradabile (ma non compostabile) vanno buttati nel secco insieme agli scarti che non possono essere riciclati; anche loro finiranno in discarica anche se si dissolveranno in un tempo minore rispetto alle soluzioni che contengono plastica.

Coppetta mestruale

Nella nostra guida sulla coppetta mestruale avevamo detto che una singola coppetta può durare fino a 10 anni: potrebbe comunque essere necessario cambiarla prima se questa si danneggia, si rompe o se dobbiamo cambiare taglia perché abbiamo avuto un figlio o abbiamo superato i 30 anni.

Quando arriva il momento di disfarsene, dove si butta la coppetta mestruale?

Un errore che fanno in tante è quella di buttarla nella plastica; sebbene possa sembrare di questo materiale la coppetta è in realtà composta da silicone medicale che, a sua volta, è composto in gran parte da silicio, un materiale non inquinante che si trova anche in natura.

Che si trovi in natura non vuol dire però che sia compostabile: affinché possa dissolversi in natura ci vorrebbero decine e decine di anni prima della sua scomposizione in molteplici parti non tossiche; per questo è importante disfarsene correttamente.

E’ possibile chiamare l’Ufficio Ecologia del proprio comune per sapere dove buttare gli oggetti di silicone medicale; se non dovesse esserci nessuna indicazione specifica a riguardo bisognerà buttare la coppetta nella frazione secca: sì, anche lei finirà in discarica, ma nell’arco della vita fertile di una donna verosimilmente questa potrà cambiare circa 4 coppette che, una volta dissolte, non saranno tossiche per l’ambiente; una bella differenza in comparazione con i 9.000 assorbenti che contengono plastica!

Assorbenti e salvaslip di stoffa (o lavabili)

Gli assorbenti lavabili dopo anni di utilizzo e lavaggi perdono capacità assorbente: è questo l’indicatore che ci fa capire che è arrivato il momento di cambiarli.

Dove si buttano gli assorbenti di stoffa?

Prima di tutto dipende dalla loro composizione: siccome sono prodotti che stanno a contatto con le parti intime è importante che siano al 100% realizzati in cotone ecologico; in questo caso è possibile buttarli nella frazione umida.

Attenzione però: spesso anche gli assorbenti 100% in cotone eco hanno al loro interno una parte assorbente composta da materiale sintetico; in questo caso possiamo aprire l’assorbente e buttare la parte in cotone nell’umido e la parte assorbente insieme agli altri scarti tessili.

Se il cotone non è bio o se oltre al cotone sono presenti altri materiali gli assorbenti possono essere portati all’Isola Ecologica per essere smaltiti insieme agli altri scarti tessili.

Mutande assorbenti

Immagine presa dal sito www.shethinx.com
Immagine presa dal sito www.shethinx.com

Anche le mutande assorbenti vanno cambiate quando, a distanza di qualche anno, hanno perso potere assorbente e non sono più in grado di svolgere la loro funzione; invece di buttarle, se il problema è solo l’assorbenza, possiamo continuare a utilizzarle come biancheria intima per tutti i giorni.

Se, invece, dovessero essersi rotte o danneggiate e non è più possibile indossarle vanno portate all’Isola Ecologica per essere smaltite insieme agli altri scarti tessili (l’intimo assorbente non è mai solo di cotone poiché sono necessari altri materiali per poter garantire l’assorbenza).

In conclusione

Il problema dello smaltimento dei prodotti per le mestruazioni ci fa riflettere sull’impatto ambientale di ogni soluzione disponibile: per una mestruazione sostenibile incoraggiamo all’uso di tutti quei prodotti con un ciclo di vita lungo, come la coppetta mestruale, le mutande assorbenti o gli assorbenti in cotone.

Per poter fare la differenza basta cominciare almeno ad alternarli nell’utilizzo insieme ai prodotti più inquinanti: se tutte le donne riducessimo l’uso di assorbenti e tamponi usa e getta l’impatto positivo per l’ambiente sarebbe elevatissimo.

Le informazioni ed i consigli offerti su questo sito assumono carattere generale e prescindono da un esame specifico di singole problematiche soggettive e, pertanto, non sostituiscono in alcun modo i consigli del vostro medico curante o specialista. I suddetti contenuti, le informazioni ed i consigli offerti non sono da intendersi, pertanto, come universalmente idonee e/o corrette, nè come diagnosi e/o prescrizioni per problemi di salute. A tale riguardo si precisa che il sito mestruazionisenzatabù.it non può essere ritenuto in alcun modo responsabile per le informazioni che dovessero rivelarsi soggettivamente inappropriate o involontariamente dannose per singoli soggetti

Di Stella Fumagalli

Classe 1986, scrivo su diversi blog dal 2011. Sono un'appassionata di scienza, femminismo, animali, film horror e tatuaggi. Amo leggere, odio cucinare, sono intollerante con chi non tollera. Stay human.

3 commenti

    1. Buongiorno Lucrezia,

      non ho potuto dare una risposta chiara, semplice e diretta perché la soluzione per disfarsi dei prodotti mestruali in modo sostenibile spesso non è semplicemente buttandoli nel secco.

      La mia intenzione era spiegare perché non si possono buttare nella plastica, quali si possono buttare nell’umido, dove buttare gli assorbenti di tela, etc.

      Capisco che si tratta di un approfondimento più impegnativo da leggere ma spero che sia utile a tante persone che cercano risposte in merito.

      A presto!

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